Il tycoon della comunicazione si è formato su Panzini
Edilio Rusconi (Milano, 11 novembre 1916 – 10 luglio 1996) è stato un gigante nel mondo dell’editoria, del giornalismo ed anche in quello cinematografico.
Il figlio Alberto ha raccontato a Luigi Mascheroni nell’articolo pubblicato su Il Giornale (1 ottobre 2006): “Quando penso a mio padre, mi rendo conto che ha avuto successo perché sapeva sempre esattamente cosa voleva la gente e cosa lui poteva darle. Poi veniva tutto il resto: la sensibilità, la generosità, l’energia”. E i suoi lettori – commenta Mascheroni – direbbero anche la qualità, la chiarezza, la precisione.
“La gente, diceva sempre, bisogna toccarla al cuore. Sopra questa apparente banalità Edilio Rusconi costruì un impero editoriale: giornali, libri, tv.”
Spiega Mascheroni che “Edilio Rusconi passò l’infanzia a Bruxelles, dove i suoi erano emigrati, ma era nato a Milano, nel ’16: qui fa gli studi classici, si laurea alla Cattolica (tesi su Alfredo Panzini, per dire la raffinatezza), qui inizia a frequentare gli intellettuali («sceglieva sempre le persone affini a lui»): Bo, Quasimodo, Montale, Sereni. La guerra gli spezza le prime collaborazioni al Corriere e alla Stampa – «finì nella Selva Nera, deportato dai tedeschi» – ma nel ’45 è di nuovo in sella: capisce che il periodo che sta iniziando è quello della ricostruzione, e lui si specializza nel ramo «sogni», da regalare ai lettori”.
“Quando si trovò di fronte ad Angelo Rizzoli, nella redazione di piazza Erba in quel rasserenato ’45, lo sapeva bene cosa dire. Più o meno fu: lei ha bisogno di uno che sappia vendere sogni, io di qualcuno che me lo lasci fare. «Il giornalismo, come la letteratura, è lo sfruttamento dei sentimenti» era il suo motto. Il vecchio Rizzoli, il cumenda, gli commissionò la fondazione del settimanale Oggi e gli promise, per spronarlo, un premio di mezza lira per ogni copia venduta in più del concorrente Europeo, tanto non ce la farà mai pensava. Edilio Rusconi, el biundin, accettò la sfida, tanto ce la farò di sicuro pensava”.
“Il settimanale nelle previsioni doveva vendere 50mila copie. In cinque anni arrivò a un milione. Il più grande successo del giornalismo italiano. Come avrebbe detto poi il cumenda: «El biundin m’ha fregato». Il biundin aveva fiuto, cultura, coraggio. E l’intuizione che gli italiani, appena nata Repubblica, fossero già nostalgici di re, corone, principesse… Li accontentò raccontando loro nozze da mille e una notte, svelando memoriali segreti, pubblicando foto esclusive. Più tardi si vanterà di «aver fatto sognare gli italiani e di aver fatto piangere le sartine». Inventò un nuovo genere, il giornalismo popolare, e lo sfruttò fino in fondo. Poi il grande salto: da giornalista a editore. È il ’57, si mette in proprio e fonda un nuovo settimanale: Gente. Stile, grafica, contenuti: la ricetta è la stessa di Oggi. E anche il successo. El biundin aveva fregato il cumenda un’altra volta”.
Dopo Gente dà vita a Gioia, Eva e poi ai settimanali economici, periodi di viaggi, turismo, motori. Nel ’68 nasce la Rusconi libri e nell’82 crea Italia 1, il network che poi venderà a Berlusconi. Nel 1984 entrò nel settore dei quotidiani rilevando la proprietà del milanese La Notte.