Lunedì 17 gennaio 2022 l’Accademia Panziniana celebra la Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali attraverso una poesia di Bruno Zavatti.
Ecco le parole del nostro Presidente Flavio Ferranti: “Ho conosciuto personalmente Bruno Zavatti ed ho un bellissimo ricordo di un uomo semplice, innamorato della sua terra e del suo lavoro nei campi. Aveva un bel sorriso stampato su un volto scavato da tante rughe e parlava sempre nella suo linguaggio prediletto: il nostro dialetto, ricco di parole, di frasi di aneddoti e di ricordi che amava mettere in prosa e recitare aiutandosi con il roteare delle braccia e delle sue mani ruvide quasi volesse materializzare i suoi pensieri .Quando poi nominava Alfredo Panzini si toglieva il berretto dalla testa, stringendolo congiungeva le mani ed abbassava lo sguardo e la voce.
Il dialetto è anche questo, non scordiamocelo! Perderemmo una parte importante della nostra identità e le nostre radici!”
PANZINI
Amarcord quant che a sera znin
a l’avdiova sempra in zoir se su barachin in sen sa
Finoti e su cuntadoin. Leu rubost, gros, tracagnot,
Finoti Negri , stoil cume un taiadlot;
enzi, par putoi mei via e’,
de su chent, al moli ia cneu rinfurze’.
Ui piasoiva ad zcor, ad rasune
sa Marcaun del volti u sa farmeva a ciacare’
e Marcaun sa grande riverenza
se capel tal maini ui gioiva :” Buon giorno , Eccellenza !”.
E de pio e de mainch i rasuneva
acse’ dal robi cumo’ che agl’andeva.
E durant al su ciacaraidi ogni tant ui gioiva:
“A ne so se tort , o sla rasaun
i mi fiul, ie di grand quaieun!”.
E sa di scheurs che indreb gnenca det
e gioiva:” I mi fiul le di gran brech!!”.
L’andeva ben Zeno ad Ciuchet
che e lavuraeva se su ba’ ma a chesa su
Ui ciameva se me de’ ma la tevla a magne’
e ui gioiva mi su fiul : “Avdoi, acse’ u sa da fe’!”.
Ui piasoiva ad ciacar aica sa Carlin,Tartaia e gioiva:”Un doi tainti, che quant uianzeca , un sbaia !”.
Ma la staida ad Bilet
sa du buschun ad spoi biench ad qua e a dla’
cl’era un spetaquel, quant iera in fioriteura:
u savdoiva propria la beleza dla nateura.
Tra zarazoli, a mauri ad’reugh, regan, luserti, besci
a incuntrime leu , Panzini , in bicicleta
e in testa sempra la su papaleta.
E tot quie che i la cnusu ie rest tot cuntint
ad avoi veu tra neun, un gran talent .
Bruno Zavatti Agosto 1995